In montagna con un neonato d’inverno

La montagna rappresenta da sempre una tipologia di vacanza molto apprezzata, specialmente durante l’inverno, quando i monti sono coperti dalla neve, amata particolarmente da chi pratica sport sciistici, ma soprattutto dai bambini.

Per quanto riguarda l’organizzazione di una vacanza in montagna con al seguito un neonato, è necessario prendere delle precauzioni, al fine di evitare pericolosi danni che potrebbero colpire la salute del piccolo.

Se il freddo non costituisce un particolare problema per la salute del neonato, bisogna fare molta attenzione all’altitudine.
Nel primo anno di vita del bambino, soprattutto durante i primi sei mesi, è assolutamente sconsigliato andare oltre altitudini superiori ai duemila metri, anche al di fuori dell’inverno, in quanto l’alta quota potrebbe causare al neonato disturbi quali inappetenza ed irritabilità.
Inoltre, soprattutto per i bimbi alle prese con delle difficoltà a respirare correttamente con il naso, potrebbero presentarsi dei traumi al timpano provocati dalle variazioni di quota.
Se negli adulti il problema di solito si limita alla sensazione di “orecchio tappato”, nei neonati le conseguenze potrebbero essere ben più gravi.

Se il piccolo gode di buona salute si può andare senza particolari problemi fino ai 1.500 metri circa, dai 1.500 ai 2.000 metri è sempre consigliabile chiedere prima il parere del pediatra che conosce il neonato.

Per giungere alla quota di duemila metri, è consigliato avvicinarsi progredendo per tappe, avviandosi pian piano verso la metà ricorrendo a più soste, onde permettere al neonato di adattarsi gradualmente all’alta quota, magari preferendo una passeggiata a piedi piuttosto che un giro in macchina.
Il repentino cambio di velocità e i continui saliscendi, oltre alle numerose curve che generalmente sono presenti nelle strade di montagna, possono infatti generare dei fastidi al neonato come vomito, insonnia e irritabilità.
Visto che si tratta di una vacanza, è vivamente consigliato prendersi tutto il tempo che la situazione richiede.

I neonati, rispetto agli adulti, sono soggetti ad un maggior rischio di ipotermia, quindi è opportuno dotarli di un equipaggiamento adatto al freddo e alla neve.
Una buona tuta da neve impermeabile con cappuccio è in grado di far mantenere una perfetta temperatura corporea al bambino. La tuta deve essere termica, ce ne sono disponibili di tutte le taglie, a partire dai 60 centimetri di altezza.
È controproducente un’estrema copertura, in quanto potrebbe causare un’eccessiva sudorazione: il neonato va coperto però a sufficienza, testa e manine comprese.

Attenzione inoltre agli sbalzi di temperatura tra il caldo interno degli ambienti e il freddo esterno: possono essere relativamente pericolosi per lo stimolo stressante sulle vie respiratorie.

E’ importante poi proteggere il viso del neonato con una crema a protezione totale quando il piccolo si trova all’esterno, perché la neve riverbera i raggi ultravioletti.
Inoltre bisogna prestare attenzione a che non riceva il sole direttamente negli occhi.

Per prevenire il rischio di disidratazione, fenomeno che aumenta considerevolmente con l’alta quota, è sufficiente idratare il bebè con una frequenza leggermente maggiore del solito.

Una rilassante vacanza in montagna in inverno, anche sulla neve, portando con sé un neonato è facilmente affrontabile, anche per periodi di media lunghezza. L’aria fresca e pulita comunque tonifica e tempra l’organismo anche del nostro piccolo!