Alcuni tra i problemi più frequenti che si verificano nell’allattamento al seno sono l’ingorgo mammario e il dotto ostruito.
Vediamo nel dettaglio di cosa si tratta.
Ingorgo mammario
Verso il 4° o 5° giorno dopo la nascita si ha la trasformazione del colostro in latte.
In questo periodo, circa al 3° giorno nelle pluripare e al 4/5° nelle primipare, avviene la montata lattea: il seno diventa turgido e dolente e se il bambino non riesce a succhiare il latte e svuotare la mammella si verifica l’ingorgo mammario. L’ingorgo mammario si riconosce quindi dall’avere la mammella o una sua ampia area molto dura, gonfia, calda e dolente al tatto.
Tra le cause vi sono una iperproduzione di latte, un attacco scorretto del neonato o anche aver ritardato l’inizio dell’allattamento. Questi problemi di allattamento si risolvono con frequenti poppate che svuotano il seno ma se l’ingorgo mammario persiste può essere opportuno procedere al drenaggio attraverso il tiralatte.
Un altro rimedio molto utile è quello di applicare, prima della poppata, spugnature con acqua calda sui seni in modo da facilitare l’apertura dei dotti mammari e quindi lo svuotamento del seno.
Dotto ostruito
Il dotto galattifero si definisce ostruito quando una sola zona della mammella risulta dura, calda, arrossata e dolente al tatto, mentre il resto del seno è morbido. Il latte quindi esce dal seno in questione ma non da uno specifico dotto che risulta ostruito.
Per risolvere il problema anche in questo caso è necessario attaccare il bimbo più frequentemente, fare impacchi e spugnature con acqua calda e cambiare la posizione di allattamento per favorire il drenaggio.
Il dotto ostruito può essere causato da un reggiseno troppo stretto, da una tracolla che si posiziona sul seno comprimendolo in un punto così come da una calibrazione del latte tra produzione e suzione non ancora ottimale.
L’ingorgo e il dotto ostruito devono risolversi in 24/48 ore massimo in quanto poi possono degenerare in mastite.